Mel Bonis è lo pseudonimo, volutamente senza connotazioni femminili, con cui era conosciuta nell‟ambiente musicale parigino a cavallo tra Otto e Novecento la compositrice Mélanie Bonis, nata il 21 gennaio 1858 a Parigi.

Proveniente da una famiglia della piccola borghesia parigina, Mélanie riceve una rigida educazione religiosa. Nulla la predispone ad un destino musicale: impara il piano in maniera autodidatta in un contesto familiare piuttosto ostile, fino al giorno in cui i suoi genitori, sotto l‟influenza di alcuni amici musicisti che si sono accorti del talento della giovane, non si rassegnano ad offrirle un’educazione musicale. Allieva eccezionale, viene presentata a Cesar Franck che apre per lei le porte del Conservatorio nel dicembre del 1876. Qui Mélanie divide il banco con i giovani Debussy e Pierné ed è molto stimata dai suoi professori, Messieurs Guiraud e Bazille; segue le classi di armonia, accompagnamento al piano e composizione fino alla fine del 1881 e partecipa come uditrice alle lezioni di Cesar Franck.

Nel 1879, nella classe di canto, Mélanie fa la conoscenza di Amédée Landely Hettich, giovane allievo dotato di una forte personalità, già giornalista e critico musicale per “L’Art Musical”. Fra loro sboccia un tenero sentimento ma i genitori di Mélanie si oppongono al matrimonio. Addirittura, pur di separarli, costringono la promettente allieva, in piena traiettoria ascendente – primo premio d’accompagnamento al piano e d‟armonia, ottimi risultati nella composizione – a ritirarsi dal Conservatorio. Nel 1883, la famiglia Bonis combina un “très bon mariage” per la giovane Mélanie con Albert Domange, industriale dinamico, due volte vedovo, padre di cinque ragazzi e di 25 anni più anziano di lei. La vita borghese, interamente consacrata ai doveri familiari, scorre “in silenzio” per quasi dieci anni. Mélanie cresce con amore i figliastri e dona al marito altri tre figli.
Poiché il suo entourage si disinteressa completamente alla sua musica, saranno necessarie delle influenze esterne affinché Mel Bonis si rimetta all‟opera. Qualche anno più tardi, infatti, Mélanie ritrova sul suo cammino Hettich che la incoraggia a comporre, la riavvicina al mondo musicale parigino e comincia con lei un lavoro a lungo termine sulle arie classiche del repertorio per cantanti. Ancora sensibile al fascino di Hettich che torna a farle una corte serrata nonostante il suo matrimonio con un’arpista, Mélanie soffre un intenso conflitto fra i suoi sentimenti più intimi e naturali e le sue profonde convinzioni religiose: il senso di colpa accresce la sua sensibilità e, al contempo, la sua creatività. Nel 1899 Mélanie mette al mondo un quarto figlio, una bambina, Madeleine, che partorirà in segreto e che non potrà mai riconoscere, e tenta di sopravvivere psicologicamente alla drammatica situazione con la preghiera e la creazione musicale.
Mel Bonis è autrice di un enorme e vario catalogo di quasi 800 brani, comprendente pezzi strumentali (pianoforte e organo) e didattici, per voci soliste e per cori, oltre ad una ventina di brani da camera, molti dei quali sono considerati i suoi capolavori, e ad alcuni pezzi orchestrali. Di stile post romantico, la sua musica, caratterizzata dall’amore per le modulazioni ad armonie lontane e per le arditezze ritmiche, si tinge ben presto d’impressionismo e di orientalismi, secondo il gusto del suo tempo.
Malgrado la facilità e la vivacità della sua ispirazione, la compositrice lavora in profondità tutto ciò che scrive, correggendo spesso, e molto difficilmente si mostra soddisfatta del risultato. Le indicazioni per l‟interpretazione, tutti i dettagli della dinamica e del tempo sono vergati dalla sua mano con precisione.
Tra l’inizio del secolo e la prima guerra mondiale, Mel Bonis fa diversi sforzi per far conoscere e diffondere la sua musica. Aderisce alla Società dei Compositori di cui sarà segretaria – fatto unico per una donna – e viene premiata a diversi concorsi di composizione, diffonde le proprie creazioni più recenti presso gli interpreti che conosce in Francia ed in Svizzera ed invia le parti alle scuole di musica di provincia che ne fanno richiesta. Viene anche pubblicata più volte da alcuni fra i più prestigiosi editori di Parigi.
Sfortunatamente, la musica di Mel Bonis, benché spesso eseguita nei saloni borghesi e alle audizioni degli allievi, non avrà molte occasioni di essere ascoltata nelle grandi sale da concerto parigine, al fine di raggiungere la notorietà che avrebbe meritato. Possiamo però ricordare un certo numero di concerti specialmente tra il 1900 e il 1910 (Salle Erard, Salle Berlioz, Salle Pleyel, Théâtre du Châtelet, Salle du Conservatoire) e addirittura un’emissione radiofonica negli anni „30. Gli interpreti sono eccellenti e spesso prestigiosi. Nonostante numerose lettere testimonino la stima da parte degli interpreti e dei compositori del suo tempo, la “grande famiglia” di Mélanie non ha mai veramente preso coscienza dell’immensità del suo talento né della grandezza del personaggio e nei primi decenni del ventesimo secolo, quando la musica di Mel Bonis arriva ad una considerevole maturità, nessuno dei suoi cari l’aiuta a promuoverla.
A partire da questo periodo e soprattutto dopo la fine della prima Guerra mondiale, Mel Bonis, ormai anziana e psicologicamente fragile, non riesce ad adattarsi ai numerosi cambiamenti che sconvolgono la società ed il mondo della cultura. Si isola sempre più, pur circondandosi della compagnia dei suoi nipoti, e si rifugia appassionatamente nella religione che la protegge contro l’angoscia e dona un senso alla sua esistenza. Mélanie trascorre gli ultimi 15 anni della sua vita sdraiata, sofferente e depressa. Si dedica alla composizione ogni giorno con grande energia, ma è troppo debole per riuscire a far eseguire la propria musica. In una lettera alla figlia Madeleine scrive a proposito del suo Chant nuptial: “ma grande tristesse : ne jamais entendre ma musique”. Nel 1932, la morte del figlio più giovane rende Mel Bonis ancora più fragile, ma lascia intatta la sua ispirazione. Mai pubblicate, mai ascoltate, le sue ultime opere, tutte di carattere spirituale, e specialmente la Messa, sono ormai totalmente impregnate del desiderio mistico di lasciarsi andare e di “fondersi con l‟infinita dolcezza di Dio” .
Mélanie muore dopo una breve agonia il 18 marzo 1937, nella grande casa di Sarcelles. Viene assistita dalla prima figlia Jeanne, che dopo un’intera vita di conflitti con la genitrice, deciderà di dedicarsi interamente, insieme al fratello Pierre, alla pubblicazione e diffusione dell’opera della madre.

Fonti, risorse bibliografiche, siti

Francois Véronique, Mel Bonis, Une Vocation De Compositrice Contrariée, Parigi IV. 2000

Géliot Christine, Mel Bonis femme et Compositeur (1858-1937), Edizioni L’HARMATTAN. Parigi. 2000, (l’autrice è la pronipote di Mél Bonis)

www.mel-bonis.com